Destinazione nomade: Buenos Aires

Ci sono volte in cui non vedi l’ora di completare gli ultimi impegni di lavoro, chiudere il laptop ed esplorare i vantaggi della vita nomade.

Proprio la descrizione di una giornata tipo a Buenos Aires, come ci raccontano Alessandro Trezza e Gabriel Gatu tra un sorso di mate e l’altro.

🛂 Visto per gli italiani

Voto: 9

Per soggiorni inferiori a novanta giorni gli italiani non hanno bisogno del visto: per entrare in Argentina è sufficiente il passaporto. Per prolungare la permanenza si hanno due opzioni: uscire dall’Argentina e rientrare (solitamente si prende il traghetto per Montevideo in Uruguay) oppure chiedere il rinnovo per altri tre mesi all’Oficina Nacional de Migraciones

In alternativa, è possibile richiedere un visto specifico per i nomadi digitali che permette una permanenza su tutto il suolo argentino per sei mesi invece dei tre previsti dalla visa turistica, e in più offre una serie di agevolazioni.

🏠 Alloggio

Voto: 8

Il costo di un alloggio varia molto in base alla zona. Buenos Aires è una città molto estesa, divisa in ampi quartieri. Il più adatto ai nomadi digitali è senza alcun dubbio il quartiere Palermo, pieno di locali in cui lavorare e divertirsi. Un’altra zona interessante è Belgrano, più tranquilla e residenziale, ma comunque vicina a parchi e punti di interesse.

Su Airbnb, per un intero appartamento il prezzo medio è di 500€ al mese quando in ostello si arrivano a spendere in media 15€ a notte in dormitorio e circa 30€ a notte in stanza privata.

Vita da nomadi digitali in Argentina

🌮 Cibo

Voto: 9

Il cibo è uno dei punti di forza di questa città. D’altronde non poteva essere altrimenti, considerato che più del 50% degli argentini ha un po’ di sangue italiano.

In più, il cibo è molto economico. In media, spendi 3€ se mangi street food e 5-6€ in un ristorante di medio livello. Aficionados del georabitraggio, un altro dato interessante: nei supermercati – come Carrefour, DIA o Coto – i prezzi sono inferiori di circa il 60% rispetto all’Italia. 

La pizza argentina

La pizza argentina è una particolarità che devi provare. Appena smetterai di paragonarla a quella italiana, ti accorgerai che è buona. Ha solo un gusto diverso da quello che noi italiani ci aspettiamo da una pizza. È alta, con molto formaggio, quindi è pesante e solitamente si condivide. Non c’è l’usanza di prendersi una pizza solo per sé. I posti storici in cui mangiarla sono Guerrin, El Cuartito e Banchero

Invece se vuoi provare la fugazzetta più famosa (tipica pizza argentina con tanto formaggio e ancor più cipolla), devi fare un salto a La Mazzetta.

Tra tutte le pizze argentine che abbiamo provato, la nostra preferita è quella di Picsa.

La carne alla griglia, ovvero l’asado

La carne argentina è veramente di una qualità superiore, e persino quella in vendita nei supermercati è in media così buona da far impallidire molti nei nostri macellai.

Il ristorante Don Julio è riconosciuto come uno tra i tre migliori al mondo per la qualità di carne, ti consigliamo di passarci.

A proposito di carne, un altro piatto tipico della cucina argentina è la milanesa, ovvero la nostra classica cotoletta alla milanese.

Street food argentino

Per quanto riguarda lo street food, è tipico il choripan, un panino che contiene solo un chorizo (salsiccia di maiale) e, al massimo, un po’ di salsa chimichurri. Una di quelle prelibatezze da provare!

Anche le empanadas simboleggiano lo street food tipico di Buenos Aires: costano poco e sono molto buone (in media 0.30€ l’una).

Mate e Fernet Cola

Vero simbolo degli argentini, il mate è una bevanda dal gusto amaro ricavata dall’infusione dell’erba mate all’interno di una zucca. La sua preparazione e il consumo sono un vero e proprio rito. Tantissime persone lo bevono per strada dalla propria borraccia termica. Gli argentini lo offrono in segno di ospitalità esattamente come gli italiani fanno con il caffè. Prima della pandemia era tradizione condividere lo stesso mate con più persone.

Invece il Fernet Cola – metà Coca Cola e metà amaro Fernet Branca –  è il cocktail più diffuso tra i giovani di Buenos Aires. Che fatto curioso: da italiano ho trovato strano che il Fernet, da noi fuori moda, fosse ancora così in voga. D’altra parte è bello constatare con i propri occhi quanto forte resti l’influenza degli immigrati italiani nella cultura argentina.

Dolci: Alfajores e chocotorta

Se chiedi a un argentino quale sia il paese di provenienza degli alfajores, un dolce di cioccolato e dulce de leche, ti risponderà l’Argentina. In realtà pare sia un dolce di origine araba o spagnola. Però evita di dirlo alle persone del posto, non la prenderebbero bene.

In ogni caso in Argentina è un dolce molto popolare, e quindi prodotto ovunque, in modi e con aromi diversi a seconda delle zone. I più buoni a Buenos Aires pare siano quelli di Havanna e di Cachafaz.

La chocotorta, invece, è un dolce delle nuove generazioni, fatto di uno specifico biscotto, la chocolina, e (tanto) dulce de leche. Negli ultimi anni è diventata un po’ l’equivalente del nostro tiramisù, e si mangia principalmente in casa, in occasione dei compleanni. Dato che piace molto, alcuni locali l’hanno aggiunta nel proprio menù, soprattutto piccoli bar o birrerie.

✈️ Trasporti

Voto: 8

È utile sapere alcune cose prima di arrivare in città. Infatti, noi abbiamo passato il primo mese e mezzo spostandoci soltanto con Uber e Cabify, le due app di ride sharing più famose. Poi abbiamo scoperto che il trasporto pubblico a Buenos Aires è molto efficiente e pure tanto economico. Insomma, anche chi non è propenso a usare pullman o metro, a Buenos Aires potrebbe ricredersi.

Per familiarizzare con il sistema di trasporto pubblico a Buenos Aires partiamo dalla terminologia:

  • colectivo è il nostro pullman;
  • con subte gli argentini si riferiscono alla metropolitana;
  • la tarjeta SUBE è la carta per il trasporto pubblico.

Con la SUBE hai accesso a tutti i mezzi pubblici – ovvero pullman, metro e treno. È un sistema integrato e questo significa che, prendendo un pullman e subito dopo il treno, la seconda corsa avrà uno sconto applicato in automatico. La carta SUBE la puoi trovare nei Kiosco convenzionati oppure in una delle innumerevoli Loteria De La Ciudad (qui il link per trovare il punto vendita più vicino). Costa pochissimo, circa 0.40€, e il credito si ricarica direttamente dove si acquista o nei totem posti nei dintorni dei tornelli della metro.

Il colectivo

I pullman oltre a essere molto belli e caratteristici, funzionano bene e sono molto economici. Nota bene che, alla salita sul mezzo, devi riferire al guidatore la tua fermata in modo che possa calcolare il prezzo del viaggio in base alla tua destinazione. Dopodiché dovrai semplicemente appoggiare la tua carta SUBE sul lettore per effettuare il pagamento. Una corsa costa circa 0.10€. Eh sì, è davvero poco. In più sono frequenti, sempre più o meno puntuali, e gli orari e i percorsi si possono verificare facilmente su Google Maps.

La subte

La subte – la linea metropolitana inaugurata nel 1913 – è la prima metropolitana dell’America Latina e di tutti gli stati di lingua spagnola (quella di Madrid è attiva dal 1919). Comprende sette linee che attraversano quasi ogni parte della città ed è comoda ed efficiente (in particolare la linea D). Un biglietto costa 0.10€ che si pagano esclusivamente tramite carta SUBE. Unico neo: purtroppo chiude abbastanza presto, verso le 23:00.

Il treno

Noi l’abbiamo utilizzato solo per raggiungere Tigre, una città nella provincia di Buenos Aires. Anche i treni sono molto economici, perfino per lunghe tratte, nonostante siano nuovi e comodi: un’ora di viaggio ci è costata appena 0.30€.

Ridesharing

Come anticipato, all’inizio della nostra permanenza ci siamo spostati solamente con Cabify prima e DiDi dopo. Non sapevamo quanto fosse efficiente il trasporto pubblico e il prezzo di una corsa in ride sharing è davvero conveniente, soprattutto se divisa in due persone. Per farti un’idea: 4.63 km di percorso, completati in ventuno minuti con Cabify, sono costati circa 1.80€. Di conseguenza spesso non vale la pena attendere un bus affollato.

L’app più economica è DiDi, scaricabile solo cambiando il paese dell’app store su Argentina. Cabify e Uber sono più o meno simili, anche se la prima è un pelo più economica della seconda. Altra app molto utilizzata è InDrive.

Considerazioni finali sul trasporto

Nonostante il ride sharing sia molto economico, alla fine abbiamo iniziato a utilizzare la metro per spostarci. Un po’ perché non ci pesa fare due passi dopo tutto il tempo che passiamo seduti davanti al pc, un po’ perché ci piace l’idea di vivere la città come le persone del posto. Detto questo, dopo le 23:00 abbiamo spesso optato per una macchina. In qualsiasi caso è importante prestare molta attenzione agli eventuali scippatori, sia sul pullman, che in metro o in macchina (evitando di utilizzare lo smartphone vicino a porte o finestre).

Vita da nomadi digitali in Argentina

💻Spazi di co-working

Voto: ND

A Buenos Aires i co-working sono numerosi, distribuiti nei quartieri principali della città. Pur non avendone frequentati, perché abbiamo preferito i bar, così da cambiare spesso aria, sappiamo darti qualche info utile. Infatti, prima di optare per i bar, abbiamo visitato Manawa di Palermo e Ronda di Belgrano. Entrambi hanno proposto una scrivania per un mese a 65€, con bevande (e mate) incluse.

Da quel che leggiamo su altre community di nomadi digitali, il migliore coworking risulta essere Ares Tres.

⚡️ Connessione internet

Voto: 9

Subito dopo aver cambiato i primi euro in ARS, la prima cosa che abbiamo fatto è stata comprarci una SIM con numero argentino, così da avere connessione sullo smartphone.

Le compagnie più quotate sono Personal, Movistar e Claro. Noi abbiamo optato per Claro: 10 giga per un mese a circa 5€. Il procedimento è semplice. Innanzitutto devi sapere che quella che noi chiamiamo SIM loro la chiamano chip mobile, giusto per non trovarti lost in traslation. Abbiamo acquistato la nostra chip mobile prepago in uno dei tanti kiosco che spuntano per le strade di Buenos Aires, come gli El Javi. Quella di Claro è costata pochissimo, circa 0.50€. Dopodiché è bastato seguire la procedura indicata sulla carta per attivarla, in pochi minuti, sul loro sito.

Per quanto riguarda la copertura del segnale, con Claro non abbiamo mai avuto problemi. Non ci ha mai lasciato senza Internet e abbiamo sempre navigato con una connessione veloce in 4G.

Wifi a Buenos Aires

A Buenos Aires è presente la banda larga, quindi sia gli Airbnb che i locali possono offrire sia la rete a 2.4 GHz che a 5.8 GHz (quindi spesso con velocità oltre i 100 Mbps). Il wifi, toccasana di tutti noi nomadi digitali, è disponibile in quasi tutti i locali e raramente abbiamo avuto problemi di connessione.

Vita da nomadi digitali in Argentina

🍸 Nightlife

Voto: 8.5

Gli argentini amano fare festa e a Buenos Aires lo si percepisce ovunque: qualsiasi sia la tua serata ideale, questa città saprà accontentarti. Anche in questo caso, il miglior quartiere è Palermo, in cui potrai trovare molti ristoranti e locali per bere cocktail. Le discoteche sono numerose e di ogni genere, in particolare al Mandarine Park vengono spesso ospitati artisti internazionali.

Prima di una serata, soprattutto tra i giovani, è consuetudine fare previa: trovarsi tra amici (e amici di amici), spesso in casa, e iniziare a bere alcol e ascoltare musica. Il bello è che non è difficile essere invitati a una previa: i porteñi amano coinvolgere persone fuori dalla propria cerchia.

Le discoteche iniziano a riempirsi dalle 03:00 del mattino e si svuotano verso le 8:00. La festa più caratteristica di Buenos Aires è il Bresh – format esportato in tutto il mondo: insomma se ti piace la musica latina è un’esperienza da fare almeno una volta. Prima, però, un consiglio: qualsiasi locale o discoteca tu scelga, presta attenzione agli scippi, purtroppo sono una consuetudine a ogni evento.

🎒 Attività

Voto: 8.5

A Buenos Aires c’è tanto da fare. Tra vari quartieri, musei e locali storici, è impossibile annoiarsi. Per darti uno spunto e farti risparmiare un po’ di tempo nella ricerca, ecco una lista di attrazioni consigliate.

  • Bosque de Palermo
  • Barrancas de Belgrano
  • Ecoparque
  • Paseo El Rosedal
  • Planetario Galileo Galilei
  • Jardín Japonés
  • El Caminito, La Boca 
  • Puerto Madero
  • MALBA
  • Teatro Colon
  • Bomba de Tiempo
  • gita in giornata a Tigre

Tango a Buenos Aires

Dopo anni e anni ad ascoltare i Gotan Project, non vedevamo l’ora di sentire il tango in Argentina. Nonostante nessuno dei due sia portato per il ballo, eravamo entrambi pronti a buttarci pur di vivere un’esperienza local. Poi, frequentando persone porteñe – cioè che vivono a Buenos Aires –, abbiamo scoperto l’amara verità: il tango è visto dalle nuove generazioni come una cosa da vecchi. Un po’ la stessa percezione che noi italiani abbiamo della lirica.

Se pensi come noi che si tratti di un vero peccato e ti interessa comunque scoprire il ballo proibito, abbiamo delle informazioni utili da darti. San Telmo è il quartiere in cui si respira ancora un po’ dell’antica atmosfera dei primi del ‘900, con locali caratteristici in cui si svolgono gli spettacoli. Il consiglio principale è di lasciare perdere i tango show dei locali più noti, fatti per turisti e inutilmente costosi, e buttarti in una milonga – ovvero il luogo in cui si balla davvero il tango. Noi siamo andati al Viruta Club Tango. Tra l’altro, lo consigliamo anche nel caso volessi prendere delle lezioni.

Un altro posto in cui dovresti andare è Barrancas de Belgrano – un parco molto apprezzato dalla gente del posto. Qui, nella parte alta, torreggia un gazebo dove al tramonto le persone iniziano a radunarsi per ballare insieme. Davvero molto suggestivo e romantico e, manco a dirlo: super consigliato.

💬 Conoscenza delle lingue 

Voto: 7

La lingua ufficiale è lo spagnolo. Si differenzia da quello parlato in Spagna per l’uso del voseo (l’uso del pronome di seconda persona plurale vos al posto del tu, e quindi di forme verbali differenti). Un’altra importante differenza è sulla fonetica di alcune parole, come la pronuncia della doppia L. Ad esempio, calle, che significa via, viene pronunciato casce invece del classico caglie, e parrilla, che significa griglia, viene pronunciato parriscia invece di parriglia. Inoltre, diverse parole italiane si utilizzano anche nel parlato argentino (come gamba in alternativa a pierna, per indicare l’arto inferiore). Non siamo linguisti, quindi non approfondiamo oltre, ma è un qualcosa che è utile sapere prima di arrivare in città.

Nel caso cercassi una scuola di spagnolo, tieni a mente queste differenze perché rischi di portartele appresso nei tuoi futuri viaggi in paesi di lingua spagnola. Noi abbiamo deciso di frequentarne una, anche perché l’idea di imparare lo spagnolo con l’accento argentino non ci disturbava, anzi.

Per la ricerca della scuola di spagnolo a Buenos Aires abbiamo valutato diverse opzioni. Alla fine abbiamo scelto Wanderlust perché vicino al nostro primo Airbnb e con prezzi tutto sommato buoni. Un corso medio-intensivo, ovvero due ore ogni mattina per cinque giorni a settimana, per un mese, ci è costato circa 300€. Il corso è stato sicuramente utile ma non ci ha fatto impazzire per il metodo applicato.

Per quanto riguarda la lingua inglese, non aspettarti di poterla parlare nei negozi, supermercati e locali. È più facile riuscirci con i giovani e nei co-working. 

Vita da nomadi digitali in Argentina

🏥 Salute

Voto: ND

Il sistema sanitario argentino è un mix tra pubblico e privato, anche se, cercando un po’ di numeri su internet, abbiamo scoperto che più del 50% delle persone si affida direttamente alle strutture private.

Fortunatamente, almeno per il momento, non abbiamo avuto a che fare con ospedali o pronto soccorso, quindi non possiamo riportare un’esperienza diretta. Il consiglio, comunque, è il classico: prima di arrivare in città attiva l’assicurazione sanitaria di viaggio

Le farmacie sono molto diffuse su tutto il territorio e fornite come quelle europee.

👮‍♀️ Sicurezza

Voto: 7.5

Appena ci si comincia a informare sulla sicurezza di Buenos Aires, sia su internet che attraverso i resoconti di persone che ci sono state, si ricevono due consigli ricorrenti:

  1. non uscire dal limite segnato dalla Ruta Nacional A001 e Rio Matanza-Riachuelo, ovvero l’autostrada e il fiume che segnano il confine tra Buenos Aires e la provincia;
  2. non vestirsi in modo troppo appariscente; soprattutto non indossare accessori costosi.

Sono consigli validi, anche se, a dire il vero, non ci siamo mai sentiti in pericolo. In particolare, consigliamo di tenere il discorso del confine come riferimento generico, non come una regola ferrea; noi stessi siamo usciti dalla linea rossa andando a nord, una zona che, peraltro, è abitata dai facoltosi della città.

A Buenos Aires ci sono anche altre zone che dovresti proprio evitare, come Villa 31 (nei dintorni di Retiro) e San Telmo/Microcentro di notte. Tra l’altro, in questi ultimi, che sono i più turistici, è consigliato prestare particolare attenzione agli scippi, anche di giorno.

Sicuramente esistono altri quartieri poco sicuri, sia di giorno che di notte; i luoghi sopracitati sono solo i più conosciuti. Come regola generale: la parte nord della città è più sicura della zona sud. Per il resto, in città la vita ci è sembrata ‘normale’, con molta polizia che pattuglia sia in macchina che a piedi. In particolare, Recoleta, Palermo e Belgrano sono posti tranquilli in cui solitamente non si hanno problemi.

Per quanto riguarda l’esperienza dal punto di vista femminile, abbiamo chiesto alla nostra amica Gaia Pellegrini come ha vissuto la sua permanenza in città:

“In generale io ero molto timorosa perché il preconcetto dell’America Latina non si sposa bene con quello di ‘donna sola’. In realtà mi sono trovata molto più a mio agio e tranquilla che in molte capitali europee come Bruxelles e Parigi. La chiave è ovviamente conoscere i limiti da rispettare, sapere dove andare e dove no, come comportarsi in determinati contesti eccetera. Mentre a Parigi avevo costantemente paura (anche se ho comunque vagato da sola in tutte le zone della città) a Buenos Aires non ho mai provato timore a fare cose da sola (tranne i primi giorni ovviamente), ma la differenza la facevano anche il fatto di sapere in quali quartieri NON andare, e i mezzi di cui disponevo: in Argentina la sera rientravo quasi sempre in taxi. In generale a Buenos Aires ho percepito una grande libertà, una noncuranza per come le ragazze si vestono e si comportano. Cosa assolutamente non condivisa da altre grandi città latinoamericane (esempio Lima o La Paz) dove una donna, specialmente europea, viene subito notata, approcciata o in qualche modo disturbata.”

Vita da nomadi digitali in Argentina

❤️ Perché questa destinazione è consigliata per i NDI

Voto totale della destinazione: 8

Buenos Aires è una città cosmopolita che, grazie ai prezzi bassi, alla vasta offerta culturale e alle relazioni umane significative che si possono instaurare, offre una qualità di vita davvero alta. Si lavora anche bene grazie ai tanti bar, co-working e alla presenza di internet veloce praticamente ovunque.

È senza ombra di dubbio un luogo consigliato per i nomadi digitali, soprattutto se italiani (dati i molti punti di affinità, tra cui l’amore per la buona cucina).

📱 App locali indispensabili

Per ordinare cibo:

  • PedidosYa
  • Rappi

Ridesharing:

  • Cabify
  • DiDi
  • Uber
  • InDrive

Cambio dei soldi EUR/ARS:

  • WesternUnion

💡 Pro Tip: un consiglio personale sulla destinazione

Due consigli principali, uno pratico e l’altro più sentimentale.

Cerca di avere i contanti in Peso Argentino il prima possibile, già dall’aeroporto, e possibilmente anche una sim mobile per abilitarti internet sul telefono. In questo può aiutarti il kit di benvenuto per nomadi digitali offerto dal governo argentino.

L’altro consiglio, valido un po’ per tutti i posti, è quello di stringere amicizie con i local e immergerti nella cultura locale perché può offrire momenti non replicabili altrove, come godersi un mate di sera al parco oppure lasciarsi andare al ritmo della Bomba de Tiempo.

Consiglio bonus: non ripeteremo mai troppe volte che Buenos Aires ha un problema con gli scippi, quindi presta attenzione.

Temperature a Buenos Aires
Fonte: https://it.weatherspark.com/

🌡 Miglior stagione e il meteo

Se anche tu, come noi, cerchi di sfuggire all’inverno europeo, sappi che Buenos Aires è un’ottima opzione anche sotto questo punto di vista. Infatti, dicembre, gennaio e febbraio sono i mesi estivi, in cui fa molto caldo.

Questo significa che, soprattutto a gennaio, la città è mezza vuota perché le persone del posto si spostano nei paesi di mare, come Mar del Plata o Pinamar. In effetti fa tanto caldo, anche oltre i quaranta gradi. Non il massimo per vivere in città.

Da aprile in poi, con l’arrivo dell’inverno, le temperature si abbassano sino a giugno/luglio, che sono i mesi più freddi.

Insomma, se lo scopo è stare al caldo, da dicembre a marzo non puoi sbagliare.

🏧 Esperienze con prelievi di contanti

Ti sconsigliamo di prelevare contanti perché gli ATM addebitano spese di commissioni piuttosto elevate – anche il 10-15% – e il totale prelevabile è spesso limitato a 4000/6000 pesos. Considera poi che viene applicato il cambio ufficiale – il parallelo Dollaro Blue –, con perdite di soldi da lasciarti a bocca aperta.

Il nostro consiglio è portarti contanti in Euro o in Dollari e convertirli nei Cambio Baires. In alternativa, se non vuoi viaggiare con i contanti, puoi utilizzare Western Union.

🚰 Acqua potabile dal rubinetto?

Sì, l’acqua del rubinetto è potabile, infatti non è comune l’utilizzo di filtri. L’abbiamo usata spesso senza alcun problema. 

I report NDI in diretta da Buenos Aires

Questa guida è stata scritta a quattro mani da Alessandro Trezza e Gabriel Gatu, slow traveller e co-founder di una startup italiana.

Se vuoi qualche informazione in più su Buenos Aires, per esempio su come cambiare i soldi, i ristoranti consigliati o i parchi dove andare a correre, ti invitiamo a scrivere in privato ad Alessandro.

Un ringraziamento a Clara Lobina per il suo ottimo lavoro di revisione del testo. Contattala al suo profilo LinkedIn.

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Redazione
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