Alessandra Nitti: scrittrice ed insegnante di italiano online

C’è una cosa che nulla, neppure una pandemia, potrà mai affaticare: il potere semplice di una parola.

Magari ci pensiamo non troppo spesso, ma per un nomade la parola è più importante di quello che sembri. È saluto, è scambio, è condivisione e racconto, è la password del wifi, la parola caffè in ogni lingua del mondo, è “ciao come ti senti oggi”, è energia universale condensata nelle nostre abitudini molto meno universali.

E fra di noi c’è chi ha fatto della parola il proprio elogio alla libertà, scegliendola come ponte di condivisione con le altre persone, a volte fra i byte di una lezione digitale, altre volte intenta a riposare dietro le pagine di un romanzo.

Diamo voce a questo potere allora, e chiediamo alla nostra intervistata Alessandra Nitti: “come stai oggi”? E almeno altre 13 cose.

1. Alessandra, in due parole: chi sei? Dove ti trovi attualmente e in cosa consiste la tua attività?

Ciao! Io sono Alessandra e al momento sono a Kiev in Ucraina.

Mi occupo di due cose: la prima è il mestiere – da remoto – più antico del mondo: la scrittrice; la seconda è l’insegnamento dell’italiano L2, da remoto anche questo. Insomma, due lavori tradizionali adattati al nuovo millennio.

Alessandra Nitti: scrittrice ed insegnante di italiano online

2. Cosa ti ha spinto a diventare nomade digitale e qual è il percorso che ti ha portato fin qui?

La mia scelta di diventare una nomade digitale è stata dettata da vari fattori: innanzitutto i miei hanno iniziato a farmi vivere all’estero dall’età di sei mesi e il fatto che ogni 2,3 anni cambiassimo nazione ha influito molto sulla mia vita. Ho continuato anche da adulta, non solo viaggiando, ma anche compiendo gli studi in tre nazioni diverse. 

Inoltre per me l’inferno ha un volto: quello di un ufficio con la moquette e le tapparelle abbassate, l’odore di toner e l’aria viziata di gente che ci sta dentro per otto ore al giorno a fare qualcosa che decide qualcun altro. Ho lavorato solo un paio d’anni come dipendente e quando un mio collega mi ha detto con tono spocchioso “per te il lavoro è qualcosa da fare nel tempo libero, tanto trascorri le giornate a fare altro” l’ho preso in parola. Perché non provare a lavorare solo 3, 4 ore e passare il resto del tempo a viaggiare, a vedere gente e, soprattutto, a scrivere?

La scrittura creativa per me non è un lavoro, anche avendo un ritorno economico. È la mia stessa essenza, la mia vita intera.

Quando ho scoperto che esistono persone che lavorano secondo i propri ritmi, spessissimo senza avere un datore di lavoro, ho capito di dover seguire quel sentiero. Che si divide in due.

Se parliamo della scrittura creativa, non saprei dire quando è iniziata, ero molto piccola e ho semplicemente continuato a scrivere come una matta e a studiare fino a che non ho trovato un editore che mi pubblicasse: tutto in maniera molto tradizionale. Scrivo anche articoli di viaggio e questo traguardo l’ho raggiunto con la faccia tosta: inviando e-mail a riviste di viaggio con il mio portfolio in allegato.

Parlare dell’iter per diventare insegnante online è più facile, perché lineare e pratico e forse più utile al lettore. Mi sono laureata in lingue – cinese e tedesco – e dopo la magistrale in Chinese Studies ho conseguito il certificato CEDILS per l’insegnamento dell’italiano L2. Con questo background mi sono trasferita per la terza volta in Cina – c’ero già stata per studiare e per fare volontariato – e ho cercato lavoro in una scuola di italiano. Ottima combo. Naturalmente si può insegnare l’italiano anche solo conoscendo l’inglese, ma una seconda lingua è un plus.

Lì, a Guangzhou, ho imparato il mestiere e affinato le abilità linguistiche. Poi una serie di cose mi hanno fatto cambiare rotta all’improvviso e giusto in tempo per non rimanere bloccata in Cina con il covid: oltre a essermi stufata di dover sottostare agli obblighi imposti da qualcun altro, ho trovato l’amore dall’altra parte del mondo, che mi ha convinta a venire in Ucraina. Qui, complice il fatto che la valuta locale vale poco, mi sono iscritta a una piattaforma di insegnamento delle lingue online, focalizzandomi sul mercato cinese. Così le mie classi adesso sono online, brevi e gestite da me sola. Ho deciso di non creare il mio sito web per ora ma di affidarmi a questa piattaforma molto frequentata dai cinesi, perché lì l’internet è sottoposto a censura e limitazioni.

3. Qual è stato l’ostacolo maggiore che hai dovuto affrontare e come lo hai superato?

La vocina nella mia testa che mi diceva “ma cosa fai?! Hai studiato tanti anni e ora butti via tutto solo perché hai questo perenne senso di ribellione? Non potresti essere come tutti gli altri, cercare un lavoro fisso ed essere normale?”

Ecco, superare i preconcetti che si installano dentro di noi in un punto imprecisato della nostra vita è stata la cosa più difficile, ma alla fine ho vinto io. Dobbiamo stare attenti e capire se la voce dentro la testa è davvero nostra oppure se proviene da influenze esterne.

4. Elenca tre pro e tre contro dell’essere nomade digitale.

PRO

  1. La libertà! La libertà di andare dove vuoi quando vuoi e di avere orari flessibili è impagabile.
  2. Con così tanto tempo libero puoi stare spesso fuori, in mezzo alla gente e non sai mai cosa può accaderti. Io ho trovato l’amore dall’altra parte del mondo!
  3. Sei ricco: se non trascorri 40 ore in ufficio e circa 5 di viaggio, sai quanto tempo in più puoi avere? E di questi tempi la ricchezza, secondo me, dovrebbe essere valutata in tempo, non in soldi.

CONTRO

  1. Metti che scoppi una pandemia mondiale e inizi a soffrire di Heimweh acuta verso le calli e i canali di casa tua, allora la situazione può essere un po’ difficile.
  2. Se sei una persona che ama lo stipendio fisso, i benefit vari, le tredicesime e quattordicesime forse questo modus vivendi potrebbe crearti dei problemi.
  3. Non mi viene in mente!
Alessandra Nitti: scrittrice ed insegnante di italiano online

5. Cosa significa per te essere nomade digitale? Qual è il tuo stile di vita, la filosofia esistenziale che ti accompagna nel tuo nomadismo?

Per me significa avere tempo.

È l’unica cosa che non possiamo guadagnare, che una volta persa non torna indietro. Sarò macabra, ma penso sempre a quanto tempo mi rimane. Ho 29 anni, ok, sono giovane, ma potrò vivere ancora 50, massimo 65 anni se seguo l’onda delle mie nonne e bisnonne matusalemme. E poi puff, sparirò come se non fossi mai esistita. Allora preferisco trascorrere questo breve lampo negli occhi di Madre Terra che chiamiamo “vita” essendo felice, creando cose belle e lasciando storie e parole a chi verrà dopo di me.

6. Parliamo di comfort zone. Se potessi insultarla, maltrattarla o sbeffeggiarla (anche simpaticamente) usando 3 parole per descriverla, quali sarebbero?

È una domanda nuova? Bella! Vediamo… ragnatela, vecchia cicciona e se poi la uniamo alla parola “routine” direi tomba.

7. Pensi che l’essere nomade digitale possa avere un’influenza sulla nostra società?

Sicuramente. Quando passi 1,5 ore al giorno in metro o macchina, 8 a guadagnare soldi per conto di qualcun altro, e il resto a fare quelle piccole commissioni che si accumulano, non hai molto tempo da passare con te stesso. E se non ti conosci, se manchi ti consapevolezza, finisce che la vita la subisci passivamente, che reagisci in automatico agli eventi anziché agire e rendere la tua esistenza il tuo piccolo capolavoro personale. Con il tempo e con la libertà di movimento si può arrivare a conoscere se stessi e questo bellissimo mondo che ci circonda. 

Come potrebbero, a quel punto, sussistere ancora odio, risentimento, razzismo, violenza? Pensateci. Il nomadismo digitale non è solo scattare belle foto col PC a bordo piscina, ma un movimento rivoluzionario che rende le persone più belle. Dentro, ma anche fuori. Volete mettere come si ingobbisce la schiena 8 ore al giorno al PC?

Alessandra Nitti: scrittrice ed insegnante di italiano online

8. Nel futuro ti vedi ancora nomade o pensi che vorrai stabilire il tuo nido da qualche parte?

Se c’è una cosa che il 2020 mi ha insegnato è: non fare mai programmi. Oggi è così, domani non lo so. Di certo “stabilire il nido da qualche parte” non ha molto senso per me, perché neanche adesso sono costretta a viaggiare di continuo. Semplicemente, se ho voglia di fermarmi sto per un po’ di tempo da qualche parte, se ho voglia di partire riparto.

9. Qual è il consiglio più prezioso che daresti a chi vuole intraprendere la tua strada o professione?

Sapete come nasce un romanzo? Di solito si parte da una visione. Ecco, ora immaginate che la vostra vita sia una storia e visualizzatevi in modo chiaro e definito. Aggiungete odori e sapori, il contatto dell’aria sulla pelle. Ora l’autore deve scrivere migliaia di caratteri per far giungere il suo personaggio a quel momento.

Così anche voi: cosa potete fare per arrivare a quell’immagine di voi stessi? Quali sono i passi da compiere, la via da percorrere?

Create un piano da seguire pedissequamente, ricordandovi però che a volte capita un imprevisto e la trama deve cambiare. Armatevi di tanta, tanta autodisciplina, createvi delle regole ferree e se siete dei procrastinatori lavorateci su, perché altrimenti sarà difficile arrivare da qualche parte. E infine, godetevi il percorso, come se fosse un libro!

10. Minimalismo è di solito una caratteristica che contraddistingue un nomade digitale. Come si fa a chiudere tutta la propria vita in poco spazio e che vantaggi apporta seconda la tua opinione?

Ah, che bello il minimalismo. Da bambina, sempre in mezzo ai traslochi, immaginavo di poter avere una piccola scatola in cui mettere la mia cameretta e poi aprirla nella nuova casa. Adesso quella piccola scatola è diventata il mio zaino verde, che ha visto mezza Asia e tutta Europa.

Liberarsi degli oggetti è come tirare una boccata d’aria fresca. 

Quando non ci sono non devi più pensarci, né pulirli, né caricarli e portarteli qui e lì. In fondo tutti questi oggetti che accumuliamo, dove finiranno quando diventeremo concime per i vermi? Pensiamoci prima di comprarne! È tutta spazzatura che oltre a essere inutile, crea un sacco di inquinamento. Spendiamo invece quei soldi in viaggi, è meglio.

11. Hai un aneddoto da raccontarci, magari una piccola disavventura che ti è capitata in viaggio e che successivamente si è dimostrata una grande lezione?

Sì, lo scorso gennaio ho prenotato un biglietto per la Grecia per andare a fare un ritiro letterario in solitaria a Corfù. Ho organizzato tutto ben 3 mesi prima della partenza e infine non ho potuto fare nulla perché è arrivata la pandemia: la lezione che ho imparato è mai pianificare, tanto la vita ci sconvolge i piani all’improvviso. Meglio vivere alla giornata, cosa che inoltre dà un grande senso di libertà.

Alessandra Nitti: scrittrice ed insegnante di italiano online

12. Tre città o luoghi che un nomade digitale dovrebbe vedere almeno una volta nella vita e perché.

  • Il Laos. Secondo me è la zona più bella della penisola Indocinese. Pulitissimo, con le casette coloniali, buon cibo, bambini che ti salutano “sabai dee, sabai dee”. E poi lì ho fatto amicizia con chiunque, dal guardiano del Palazzo Reale di Luang Prabang che mi ha invitato a fare un pic-nic con la famiglia al tipo seduto accanto a me in aereo che mi ha prima portato a mangiare e poi aiutato a trovare un barca tutta per me per andarmene a zonzo sul Mekong, dagli hippies di un’epoca che non c’è più alle infermiere europee che attraversavano il Paese in bicicletta.
  • L’Ucraina. In particolare modo Kiev. Non ve l’aspettavate, eh? È il Paese più economico d’Europa, perfetto per chi è agli inizi. Nella capitale internet va alla meraviglia ed è pieno di coworking. L’Ucraina ha una popolazione giovanissima e un sacco di spazio (è anche il Paese più vasto d’Europa con solo 40 milioni di abitanti). Kiev poi è un gioiello di arte zarista, attraversata dal maestoso fiume Dnipro, e con una quantità elevatissima di parchi cosicché anche vivendo in una capitale si è sempre a contatto con la natura. Inoltre in quanto a opportunità e divertimento non ha nulla da invidiare alle capitali europee.
  • Lisbona. Anche lì ho conosciuto tantissime persone camminando per le strade e mi sono ritrovata in diverse situazioni simpatiche. La città è bellissima, con tante cose da vedere, buon vino, ma anche economica. Ma il Portogallo tutto è bello e la gente molto affabile. Ci tornerei davvero volentieri, magari dopo la pandemia.

13. Se la tua vita fosse un messaggio che dai al mondo, che messaggio sarebbe?

Siate selvaggi, rendete la vostra vita il vostro capolavoro.

14. Sei felice?

Da Dio.

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