Gianluca Orlandi: SEO Expert e Blogger

Molti hanno il desiderio di cambiare vita, di viaggiare e trasformare le proprie giornate. Di sentirsi finalmente veri.


C’è chi questo sogno lo ha realizzato e ne ha fatto molto di più. Lo ha preso, descritto, spogliato di tutto ciò che non era necessario e portato sulle spalle in giro per il mondo. Custodito con sé in uno zaino piccolo nelle dimensioni ma enorme nelle ambizioni. Contenere una voglia di libertà così importante non è cosa da poco, ti pare?

E con una matita digitale ha scritto giù una storia che inizia al mattino a Bangkok e finisce un po’ più in là, dove il tempo è roba nostra e possiamo farci tutto quello che più desideriamo. In questa storia notte e giorno possono trasformarsi in quello che vogliamo.

Così desiderarlo…
È il primo passo per diventare liberi.
E passi anche che queste parole possano apparire fin troppo semplici, ma cosa importa se abbiamo avuto il coraggio, come ci racconta Gianluca Orlandi, di limitarci a vivere la vita che abbiamo sempre sognato?
Gianluca Orlandi: blogger e nomade digitale
Grecia

1. Gianluca, in due parole: chi sei? Dove ti trovi attualmente e in cosa consiste la tua attività?

Expat, backpacker, nomade digitale, viaggiatore minimalista.

Le ho provate un po’ tutte da quando ho lasciato un posto fisso in Italia nel lontano 2009 e mi sono messo alla ricerca del mio posto nel mondo, trasferendomi prima a Tenerife, Isole Canarie, e successivamente a Londra, per poi iniziare il mio viaggio come nomade digitale nel 2014.

Al momento mi trovo a Medellín in Colombia e mi occupo fulltime dei miei siti web, gestendo principalmente la parte SEO e dei contenuti dei miei blog di viaggi e di altri portali che sto sviluppando e lanciando in questo periodo.

Inoltre offro un servizio di revisione di CV per chi vuole trovare lavoro all’estero e ho scritto tre libri, di cui uno dedicato proprio alla mia esperienza come nomade digitale

2. Cosa ti ha spinto a diventare nomade digitale e qual è il percorso che ti ha portato fin qui?

La mia allergia per l’ufficio e per il posto fisso, inteso sia come posto di lavoro che come luogo dove vivere.

Ho sempre pensato che stare fermo in una sola nazione fosse troppo limitante e sognavo di scoprire il mondo alla mia maniera, vivendo per diverso tempo in alcune città che mi incuriosivano. Così ho iniziato un percorso che all’inizio era confuso e poco chiaro, con obiettivi che puntualmente cambiavano a seconda delle esperienze vissute e dei sogni e progetti che nascevano.

Se ora ripenso a tutti i cambi di rotta effettuati negli ultimi anni capisco che erano necessari per trovare la mia strada, sono infatti convinto che solamente provando e sbagliando si può capire veramente in che direzione proseguire.

Come dicevo sono partito dalle Canarie dove l’idea iniziale era quella di imparare lo spagnolo e trovare un lavoretto per mantenermi, e poi successivamente mi sono trasferito a Londra per migliorare anche il mio inglese e fare esperienza in digital marketing. 

I due anni passati a Londra in questo senso sono stati fondamentali per allontanarmi dagli schemi lavorativi italiani e cambiare la mia mentalità e il modo di vedere le cose: ero l’unico straniero in ufficio e il più “vecchio”, perfino il mio capo era più giovane di me! Ma nonostante questo e il mio inglese non proprio perfetto le mie idee venivano ascoltate, e in generale avevo la libertà di fare nuove proposte e dire la mia su strategie da implementare, cosa che non sempre avviene dalle nostre parti.

Gianluca Orlandi: blogger e nomade digitale
Phuket, Thailandia

Per questo motivo non mi stancherò mai di consigliare a chi si sente un po’ spaesato in Italia e non ha ancora trovato la sua strada, di fare un’esperienza di vita e lavoro all’estero, la ritengo fondamentale per crescere sia a livello personale che professionale.

Dopo due anni passati a lavorare in una startup dell’est londinese su aspetti come SEO e affiliate marketing, decisi che era arrivato il momento di mettere in pratica l’esperienza acquisita su alcuni progetti personali. Così nacque prima ViaggiareGratis.eu, che tutt’ora è uno dei miei siti web a cui sono più affezionato, e poi CambiareVita.eu.

Agli inizi (metà 2013) lavoravo al blog nel tempo libero, dopo il lavoro e nei weekend. Ma dopo circa 6 mesi decisi di lasciare l’azienda di Londra per guadagnarmi la libertà di vivere in qualsiasi parte del mondo, oltre alla libertà di lavorare senza dover timbrare il cartellino ogni mattina. Cominciai inoltre a collaborare con qualche azienda gestendo la parte social e occupandomi di copywriting per altri siti di viaggi, ma tra la fine del 2014 e inizio 2015 lasciai qualsiasi collaborazione esterna per dedicarmi esclusivamente a far crescere il mio business online.

Con il tempo ho lanciato diversi siti web su argomenti di cui sono appassionato ed “esperto”, mentre alternavo viaggi in giro per il mondo a periodi più o meno lunghi in alcune città. Quelle in cui ho passato più tempo sono Cancun, Città del Messico e Playa del Carmen in Messico, Chiang Mai e Bangkok in Thailandia, Bogotà e Medellin in Colombia.

Prima che scoppiasse la pandemia sono riuscito a realizzare un altro sogno che avevo da tempo, e cioè quello di fare il giro del mondo, e farlo con solo bagaglio a mano come ormai sono abituato a fare; sono partito dal sud America per poi spostarmi in America centrale e Asia, prima di passare per l’Europa e fare ritorno a febbraio (poco prima del lockdown) in Colombia, che ormai da qualche anno è diventata la mia “casa”. Qui infatti ho conosciuto la mia compagna con cui ho condiviso gli ultimi anni di nomadismo in giro per il globo, e anche grazie a lei posso dire di aver trovato il mio posto nel mondo.

Oggi mi sento un po’ meno nomade ma non vuol dire che ho appeso lo zaino al chiodo, anzi… mi sono fermato in questo periodo dato che non ritengo prudente viaggiare vista la situazione attuale, ma sulla mia lista di cose da fare e vedere ci sono ancora tante città e paesi che non ho ancora vissuto alla mia maniera.

Gianluca Orlandi: blogger e nomade digitale
Bagan, Myanmar

3. Qual è stato l’ostacolo maggiore che hai dovuto affrontare e come lo hai superato?

Il primo ostacolo è stato senza dubbio quello di lasciare il tanto agognato posto fisso in Italia, mi tremavano le gambe prima di entrare nell’ufficio del mio capo per consegnare le dimissioni!

Siamo talmente convinti che quello che ci hanno insegnato fin da piccoli è l’unica strada possibile per essere felici, che spesso rinunciamo ai nostri sogni pur di non deludere i nostri cari.

Poi cercare di convincere amici e parenti che quella era la mia strada, andare contro tutti e contro le convinzioni imposte dalla società: fare carriera, comprare un’auto, avere un buon posto di lavoro (fisso) magari in una grande azienda con un contratto a tempo indeterminato…

Fai così perché lo fanno tutti!

Non ce l’ho fatta, ho deciso di “ribellarmi” a modo mio, costruire il mio percorso e seguire la mia strada, che mi ha regalato tante soddisfazioni e sorprese lungo il cammino e che spero continuerà ad emozionarmi nei prossimi mesi e anni.

4. Elenca tre pro e tre contro dell’essere nomade digitale. 

PRO

  • Libertà di vivere secondo le mie necessità e di poter cambiare in qualsiasi momento… non solo luogo, ma anche abitudini e, perché no, professione per reinventarsi sotto tanti punti di vista.
  • Cambiamento come conseguenza della libertà che questo stile di vita offre, a seconda delle necessità del momento.
  • Flessibilità di lavorare a qualsiasi ora e in qualsiasi luogo, unire le mie passioni e guadagnarmi da vivere viaggiando e lavorando a progetti di cui sono realmente appassionato.

CONTRO

  • Lontananza dalla famiglia e dagli amici, soprattutto in questo periodo in cui non possiamo spostarci liberamente.
  • Difficoltà di concentrarsi sul lavoro, se al di fuori del tuo alloggio o café c’è un mondo da scoprire, e passare molte più ore davanti al PC.
  • Visti e documenti che non sempre sono facili (ed economici) da ottenere, soprattutto per fermarsi più a lungo in paesi extra UE.
Gianluca Orlandi: blogger e nomade digitale
Valladolid, Mexico

5. Cosa significa per te essere nomade digitale? Qual è il tuo stile di vita, la filosofia esistenziale che ti accompagna nel tuo nomadismo? 

Essere libero.

Libero di dedicarmi a lavori che mi appassionano non ha prezzo. Decidere quanto, quando, dove e come lavorare è un vantaggio a cui non voglio più rinunciare.

6. Qual è il consiglio più prezioso che daresti a chi vuole intraprendere la tua strada o professione?

Di iniziare il prima possibile!

Con una idea, un viaggio, una esperienza di vita lontano da casa… ascoltare la propria voce interna e seguire il proprio istinto, anche se a volte non ha molto senso è importante cercare di non soffocare quelle intuizioni che ci vengono sotto la doccia, in coda in macchina la mattina mentre ci rechiamo al lavoro, oppure su un aereo osservando fuori dal finestrino… e provare, sbagliare, ricominciare da zero e aggiustare il tiro strada facendo.

7. Sei un blogger di successo e hai saputo gestire diversi blog portandoli a monetizzare. C’è stato un momento in cui hai pensato che non avrebbe mai funzionato e che tutti i tuoi sforzi sarebbero risultati inutili? Riusciresti a regalare 3 pillole a chi desidera aprire un blog ma ha il timore di non farcela?

Beh grazie, ma non credo di essere un blogger di successo… solamente sono riuscito ad unire diverse passioni come viaggi e SEO al desiderio di cambiare realmente la mia vita.

Quello attuale è senza dubbio il periodo più difficile che ho affrontato negli ultimi anni, soprattutto nel settore dei viaggi e del turismo. Ho lavorato 7 anni giorno e notte in ostelli, appartamenti più o meno scomodi affittati su AirBnb, ostelli e stanze di hotel con Wi-Fi non sempre funzionante, aeroporti e café di tutto il mondo… e da un giorno all’altro il traffico organico è crollato dato che la gente non poteva più viaggiare.

Qualche mese fa ero molto preoccupato, ma sto cercando di non farmi prendere dallo sconforto e pensare out of the box per adattarmi a questa nuova normalità.

Per chi vuole aprire un blog o un sito consiglio di farlo pensando innanzitutto alle proprie passioni, a risolvere un problema dando consigli pratici, a creare valore online senza per forza ricevere nulla in cambio, almeno agli inizi. E poi studiare, essere curiosi e avere la volontà di imparare e migliorarsi ogni giorno.

Gianluca Orlandi: blogger e nomade digitale
Bagan, Myanmar

8. Tre città o luoghi che un nomade digitale dovrebbe vedere almeno una volta nella vita e perché.

Probabilmente le tre località più gettonate tra i nomadi digitali sono Chiang Mai, Las Palmas e Bali, ma delle tre conosco personalmente solo la prima, per cui vorrei elencare alcune città a cui sono particolarmente affezionato e che ritengo delle valide alternative:

  1. Playa del Carmen, Messico: è stata una delle prime tappe del mio viaggio come nomade digitale. All’inizio sono scappato dopo pochi giorni, ma poi sono tornato più volte e sono riuscito a costruirmi una routine che mi ha permesso continuare il mio lavoro… nonostante le spiagge da sogno della zona. 😄 
    Per chi vuole fare un salto da quelle parti consiglio di allontanarsi dalla Quinta Avenida per trovare affitti più abbordabili. La amo per il colore del Mar Caribe, l’atmosfera che si respira e il cibo messicano! E anche perché a Playa ho scritto e auto pubblicato due dei miei tre libri.
  2. Bangkok, Thailandia: caotica e trafficata. La inserisco in questa lista perché amo le grandi città e appena posso torno volentieri in questa frenetica capitale asiatica. Anche qui, come nel caso di Playa, sono scappato dopo pochi giorni dal mio arrivo, ma ho fatto ritorno diverse volte. La amo per i café con wifi presenti ovunque, per la cucina thailandese e per quel contrasto tra moderno e tradizione tipico delle grandi metropoli del sud est asiatico.
  3. Medellin, Colombia: la ciudad de la eterna primavera è forse la città più vivibile della Colombia, abbastanza sicura rispetto alla capitale Bogotà (ma dipende dalle zone) e con un clima ideale, non troppo freddo e nemmeno troppo caldo. La amo perché mi fa sentire a casa.

9. Minimalismo e bagaglio a mano sono due caratteristiche che ti contraddistinguono. Come si fa a chiudere tutta la propria vita in 10 chili e che vantaggi apporta seconda la tua opinione?

Dopo gli anni passati a Londra, ho fatto ritorno in Italia per qualche mese, per riordinare le idee e preparare il mio prossimo viaggio.

Così ho aperto gli armadi e ho scoperto vestiti e oggetti inutili che non utilizzavo più ormai da tempo. Ho cominciato a regalare e vendere tutto quello che non avevo usato negli ultimi 6/8 mesi e sono riuscito a diminuire gli oggetti in mio possesso e guadagnarmi qualche extra da spendere durante la mia prima avventura come nomade digitale tra Messico, Belize e Guatemala.

Prima di partire ho acquistato uno zaino da viaggio molto leggero (600 grammi vuoto) e ho inserito solamente quello di cui avevo realmente bisogno: pochi vestiti (che tanto si possono lavare anche dall’altra parte del mondo 😉) e il mio laptop per poter continuare il mio lavoro.

Come esercizio verso il minimalismo consiglio di fare come ho fatto io, aprire gli armadi ed eliminare vendendo o regalando tutto il superfluo, per evitare di affezionarci ad oggetti di cui non abbiamo realmente bisogno.

I vantaggi sono quelli di non perdere troppo tempo a fare lo zaino ed evitare di acquistare oggetti inutili o souvenir che possono legarci ad un luogo e limitarci a vivere la vita che abbiamo sempre sognato.

Gianluca Orlandi: blogger e nomade digitale
Medellin, Colombia

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Redazione
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