Gianni Bianchini: lifestyle designer e travel blogger

Non è semplice parlare di Gianni Bianchini. Perché potremmo correre il rischio di elencare la sua vita quasi fosse una cronistoria. O peggio ancora appuntare post-it sulla mappa con le destinazioni dei suoi viaggi. Insomma, rischieremmo tutti insieme di tenere troppo aperti gli occhi e poco il petto.

Quindi diciamolo pure che questa intervista non parla di Gianni, ma parla di un sogno. E dei suoi svariati (ma tanti, eh) volti.

Di quella sua prima faccia e il sogno di “Mister qualcun altro”. Poi il bizzarro modo che ha il destino di svegliarti con quell’hey, appropriati di ciò che ti appartiene! Tanto che sognare diventa nitido e chiaro quando prima faticavi anche a distiguerlo. Così, pian piano, ci potremmo anche sciogliere e disinibire, perfino sfidare la sorte aprendo gli occhi. Tutto, senza smettere di sognare. E non più solo Gianni, ma oltre 9 mila sognatori…

Ops, siamo stati un po’ bugiardi. Perché questa intervista parla sì di Gianni, ma anche di un sogno e perfino di una realtà.
 Solamente… tutto insieme: perché noi siamo la community dei Nomadi Digitali Italiani e oggi leggiamo la storia di uno dei nostri fondatori.
Gianni-Bianchini: Nomade Digitale e travel blogger

1. Gianni, in due parole: chi sei? Dove ti trovi attualmente e in cosa consiste la tua attività di nomade digitale?

Fondamentalmente sono una persona che non sta mai ferma, tranne quando faccio meditazione o sono immerso nell’acqua ghiacciata dei fiumi nei boschi (pratico il metodo Wim Hof). Questa irrefrenabile propensione al movimento, congiunta a una curiosità sconfinata, mi ha sempre portato a viaggiare sia fisicamente in giro per il mondo che interiormente dentro di me.

Ho lasciato l’Italia nel 2004 trasferendomi prima in Inghilterra e poi in Germania. Dal 2013, poi, ho deciso di mettermi ‘on the road’ viaggiando a tempo indeterminato. Ad oggi ho visitato e vissuto in 46 paesi, più di 2500 giorni in viaggio, lavorando online con il mio travel blog in inglese “Nomad is Beautiful”, e ora mi sono fermato per un po’ in Bulgaria.

Grazie all’esperienza da travel blogger e alle varie competenze nella SEO, nei social media, nella fotografia, nel video-making, ora lavoro come Lifestyle Designer facendo consulenze e aiutando tante persone a trovare e seguire un percorso di vita e di lavoro online che li renda indipendenti e capaci di realizzare i propri sogni.

2. Cosa ti ha spinto a diventare nomade digitale e qual è il percorso che ti ha portato fin qui?

Semplicemente il desiderio di libertà inteso come essere padroni della propria vita e del proprio destino. Quando lavoravo in ufficio lavoravo per il sogno di qualcun altro, non per il mio. Il mio tempo era venduto a qualcuno che mi voleva legato ad una scrivania e in un ufficio. Per me era una contraddizione, il dover andare tutti i giorni a fare un lavoro che grazie ad internet avrei potuto fare ovunque nel mondo. Da qui l’idea di licenziarmi, lasciare il cosiddetto ‘posto fisso’ e crearmi un lavoro mio. E vivere la vita cercando di realizzare i miei sogni. Dopo 14 mesi in cui ho pianificato tutto e risparmiato un po’ di soldi sono partito con biglietto di sola andata verso Bangkok. È da lì e cominciato il mio stile di vita da nomade digitale che continuo a vivere anche ora dopo quasi 7 anni.

Gianni-Bianchini: Nomade Digitale e travel blogger

3. Qual è stato l’ostacolo maggiore che hai dovuto affrontare e come lo hai superato?

Forse l’incomprensione della famiglia, degli amici e della gente in generale. Difficile far capire che da anni, dall’avvento di internet, stiamo vivendo una rivoluzione digitale di portata storica simile solamente alla rivoluzione industriale del XIX secolo. Ora essere un nomade digitale, complice anche la pandemia, è diventato mainstream. Nei telegiornali si parla di ‘smart working’, e la gente comincia, finalmente a farsi domande. Ma quando ho cominciato io c’era parecchia disinformazione e derisione del fenomeno. L’ho superato semplicemente informando, aiutando le persone a capire, e promuovendo questo stile di vita a chi mi faceva domande ed era genuinamente curioso.

4. Elenca tre pro e tre contro dell’essere nomade digitale. 

PRO:

  • La libertà di lavorare ovunque. Può sembrare scontato, ma poi è un po’ quello che spinge tutti ad abbracciare questo stile di vita.
  • La possibilità di decidere come e quando formarsi e crescere le proprie competenze e abilità. Per lavorare online bisogna sempre aggiornarsi e stare al passo con le nuove tecnologie, io questo lo trovo super stimolante.
  • Viaggiare e incontrare persone di culture diverse e rincontrare i propri amici sparsi per il mondo.

CONTRO:

  • Dover fare sempre le valigie o lo zaino e lasciare un Paese per via del visto.
  • Doversi continuamente riadattare a una nuova città, community, cultura. Può sembrare difficile all’inizio, ma con il tempo diventa quasi naturale.
  • A volte si passano molte ore davanti allo schermo o si è connessi sempre, quindi è importante imparare a staccare e fare un po’ di digital detox.

5. Cosa significa per te essere nomade digitale? Qual è il tuo stile di vita, la filosofia esistenziale che ti accompagna nel tuo nomadismo? 

Semplicemente essere in controllo del mio tempo e della mia vita quotidiana quanto più possibile. Certo non tutto si può controllare, ma avere la possibilità di lavorare e guadagnare facendo cose che mi ispirano, mi soddisfano, mi entusiasmano, questo ha per me un valore immenso. La filosofia che accompagna il mio viaggio da nomade digitale è semplicemente: “Sii tu il creatore, lo scrittore del libro della tua vita”.

Gianni-Bianchini: Nomade Digitale e travel blogger

6. Come fondatore del gruppo, dietro ai Nomadi Digitali Italiani si nasconde la tua firma. Cosa rappresenta per te nel panorama digital italiano e come è cambiato nel corso degli anni? Pensi che la nostra community abbia qualche tratto distintivo rispetto a quelle di altri paesi? 

Credo che ormai questa community sia diventata un punto di riferimento essenziale e genuino nel nomadismo digitale italiano. Fondamentalmente perché chi gestisce e chi partecipa a questa community lo fa per la voglia di condivisione e per aiutare gli altri e non per ragioni legate a un proprio guadagno economico. Questo è assolutamente il tratto unico e speciale che ci contraddistingue. Non ci sono altre realtà simili in Italia, e forse anche all’estero, che abbiano una simile caratteristica.

Tutte le iniziative che sono state create negli anni, hanno avuto un solo scopo, aiutare altri a diventare nomadi digitali e crearsi un lavoro online, solamente aiutandosi a vicenda. Questa è sempre stata la missione di questo gruppo. Un’altra caratteristica importante è che in questa community, grazie al lavoro giornaliero dei moderatori, i troll e i polemizzatori non hanno vita facile. C’è tanto rispetto e grazie a questo nascono tantissime amicizie anche nella vita reale.

7. Ci sono nomadi con lo zaino da 60 litri sulle spalle, chi viaggia in compagnia di un trolley e chi, come te, ha racchiuso la propria vita in un bagaglio a mano da 10 kg. Cosa vuol dire scegliere il minimalismo nella propria vita?

La libertà che ho sempre cercato nella vita si rispecchia anche nel fatto che possiedo poche cose. Sono minimalista da almeno 10 anni. Sia quando avevo una casa in affitto in Germania e sia da nomade ora. Quando si hanno poche cose si hanno meno paure. Ci si lega meno agli oggetti e si vivono più profondamente le esperienze. Quello che ho capito in questi anni è che una casa piena di roba, una vita piene di cose possedute, riflette quello che abbiamo nella nostra mente. Più cose fuori nell’ambiente in cui viviamo, più pensieri e preoccupazioni dentro di noi. Quando si ha poco, quando si ha l’essenziale, la mente si libera di pensieri superflui. E questo si riflette di conseguenza nella nostra esistenza, permettendoci di vivere la vita in maniera più attenta e con consapevolezza.

Gianni-Bianchini: Nomade Digitale e travel blogger

8. Pensi che l’essere nomade digitale possa avere un’influenza sulla nostra società?

Certo. Lavorando da remoto, possiamo raggiungere più persone, informare, formare, educare, aiutare, promuovere. Possiamo fare la differenza anche stando a migliaia di km di distanza. Essere nomade digitale non significa viaggiare in continuazione o muoversi ogni due giorni da città a città. Non tutti sono sempre in movimento, e credo che in futuro ci si sposterà più localmente e con più consapevolezza, si potranno fare scelte di vita più sostenibili visto che si avrà più libertà e più tempo da dedicare alla propria vita e anche a quella degli altri. Ma, nel momento in cui un nomade viaggia, impara comunque a conoscere gli stili di vita delle community in cui va a vivere. In questa maniera saremo, si spera, tutti un po’ più tolleranti e rispettosi delle differenze di ognuno di noi.

9. Qual è il consiglio più prezioso che daresti a chi vuole intraprendere la tua strada o professione?

Lavorare online non significa isolarsi e non avere relazioni umane. Fai networking sempre. Incontra altri nomadi digitali, sia nelle destinazioni storiche del nomadismo digitale sia nei meet-up italiani e internazionali che vengono organizzati ovunque nel mondo. Ricorda sempre che nonostante lavori e comunichi in remoto, grazie ad internet, dall’altra parte c’è sempre una persona in carne e ossa che potresti anche conoscere di persona un giorno. La conoscenza, la crescita personale, la formazione lavorativa necessitano sempre di una interazione tra esseri umani. Sia online che offline. 

10. Gianni, sei diventato nomade digitale a 43 anni in un mondo la cui società spesso dimentica che non c’è un limite di età per dare un cambiamento alla propria vita. Quali consigli ti senti di dare a chi tema di fare questo salto per via degli anni?  

Quando ho cominciato sette anni fa c’era meno informazione e meno diffusione di conoscenza. Non c’erano tutti gli strumenti e risorse che abbiamo oggi. Sette anni a livello di crescita tecnologica sono tantissimi. Oggi chi vuole cominciare ha tantissime possibilità. L’età anagrafica è solo un numero. Cos’hai dentro è quello che conta. Come nutri la tua mente, come fai crescere il tuo corpo. L’essere umano ha un potenziale enorme se capisce come sfruttarlo nel migliore dei modi. Quello che conta è quanta curiosità e fame di conoscenza hai dentro. Finché rimani curioso rimarrai sempre giovane. Come diceva Steve Jobs, il tuo tempo è limitato, cerca di usarlo nel migliore dei modi. Non essere intrappolato nei dogmi, segui il tuo cuore e la tua intuizione e potrai realizzare la vita che hai sempre sognato a 40, a 50, a qualsiasi età.

Gianni-Bianchini: Nomade Digitale e travel blogger

12. Tre città o luoghi che un nomade digitale dovrebbe vedere almeno una volta nella vita e perché.

  • Chiang Mai, non fosse altro perché un po’ tutta questa storia del nomadismo digitale è partita da lì. Comunque è una bellissima città e ci torno sempre con piacere. Ci ho vissuto 5 inverni.
  • Il Giappone. È un posto incredibile. Che non appartiene a questo pianeta. Un posto dove tecnologia futuristica e tradizioni secolari vivono in contraddizione e allo stesso tempo in armonia.
  • Il deserto del Sahara. Il silenzio e l’immensità di un mare di sabbia che si perde a vista d’occhio. Passare una notte nel deserto, guardando il cielo stellato, ci fa capire profondamente quanto siano brevi le nostre vite, e quanto siamo piccoli di fronte all’immensità dell’universo.

14. Se la tua vita fosse un messaggio che dai al mondo, che messaggio sarebbe?

La vita è un viaggio. Non importa la destinazione, ma il cammino che fai dentro e fuori di te.

15. Sei felice?

Sì, sono felice per ogni passo che faccio.
Se non sono più felice, cambio direzione. 

Gianni-Bianchini: Nomade Digitale e travel blogger

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Redazione
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