Michela Locatelli, consulente per campagne di Google Ads

Ecco la prima di questa serie di interviste con cui inauguriamo il nuovo sito della community dei Nomadi Digitali Italiani. A dare il via alle danze una storica nomade digitale, nonché una degli admin del nostro gruppo: Michela Locatelli.


E a farle le domande un'altra storica nomade digitale, nonché una dei quattro fondatori del gruppo: Simona Camporesi!

Enjoy! 😊

Michela Locatelli in due parole: Chi sei? Dove ti trovi attualmente e in cosa consiste la tua attività di nomade digitale?

Al momento vivo a Milano e sono consulente per campagne di Google Ads.

Cosa ti ha spinto a diventare nomade digitale e qual è il percorso che ti ha portato fin qui?

Ero stufa della vita di ufficio, che trovavo monotona e noiosa e un’immensa perdita di tempo e quindi, di vita. Ho capito abbastanza presto che il mio lavoro si poteva svolgere in remoto e così ho lasciato il lavoro fisso e, dopo aver staccato con un viaggio di otto mesi, ho iniziato a lavorare come libera professionista, da Londra.

Qual è stato l’ostacolo maggiore che hai dovuto affrontare e come lo hai superato?

Sicuramente me stessa. Nel senso che le paure e gli ostacoli più grossi sono quelli che ci creiamo da soli perché abbiamo paura: paura di non essere all’altezza, paura di diventare poveri, paura di fallire, etc. Li ho superati leggendo e ascoltando le esperienze di chi lo aveva già fatto prima di me e facendo un grande lavoro di preparazione su me stessa, sia psicologico che pratico.

Elenca tre pro e tre contro dell’essere nomade digitale.

PRO

  • Dover rispettare solo i miei tempi durante la giornata e non avere orari fissi per il lavoro.
  • Poter viaggiare al di fuori dei periodi di alta stagione, evitando la folla e risparmiando.
  • Avere la possibilità di vivere in posti diversi, non solo per il tempo di un viaggio ma per mesi.

CONTRO

  • Perdere il contatto quotidiano con gli amici.
    Per quanto si possa mantenere un rapporto e, anzi, costruirne molti mentre si viaggia, non saranno mai come quelli che ci si lascia indietro, costruiti lungo una vita.
  • Avere una relazione di coppia stabile, a meno che non si trovi qualcuno con cui viaggiare insieme.
  • Non avere una residenza fissa dopo un po’ stanca moltissimo e non si riesce più ad apprezzare il valore del viaggio e della scoperta.

Cosa significa per te essere nomade digitale? Qual è il tuo stile di vita, la filosofia esistenziale che ti accompagna nel tuo nomadismo?

La libertà di gestire il mio tempo è una cosa che per me non ha prezzo. Anche solo il fatto di non mettere la sveglia al mattino, di andare a nuotare alle tre del pomeriggio, di poter passare tempo in vacanza (lavorando) con la mia famiglia, di fare del volontariato, di evitare la folla che si sposta tutta alla stessa ora: sono tutti elementi preziosissimi del mio essere nomade e freelance. Sono elementi che spostano l’asticella della qualità della vita di parecchio verso l’alto e a cui non saprei più rinunciare.

Pensi che l’essere nomade digitale possa avere un’influenza sulla nostra società?

Sicuramente lo stile di vita che proponiamo non farebbe che migliorare molti aspetti della vita quotidiana che oggi sono vissuti in maniera quasi totalmente negativa, dall’approccio al lavoro ai rapporti famigliari, al consumo, all’attenzione verso il cibo, all’ambiente, agli altri.

Qual è il consiglio più prezioso che daresti a chi vuole intraprendere la tua strada/professione?

Innanzitutto, prepararsi: mesi, anzi anni. Programmare le proprie mosse in maniera studiata e precisa e risparmiare il più possibile, per sentirsi tranquilli nei primi periodi, che saranno i più difficili. Prepararsi a fare delle rinunce, che poi si trasformeranno in enormi soddisfazioni.

Tre città che un nomade digitale dovrebbe vedere almeno una volta nella vita e perché.

Non posso che citare Bali, da dove la mia avventura partì. Anzi, per essere precisi: le isole Gili. Fu mentre ero lì a fare il mio sabbatico che mi raggiunse per email la mia prima proposta di lavoro in remoto. Siccome il mio bungalow non aveva Wi-Fi, come nel più abusato dei cliché, andavo a lavorare al bar sulla spiaggia (Scalliwags!).

Poi Londra, dove tutto può accadere. Londra ha tutto quello che ci si può immaginare e anche quello che accadrà in futuro. Il networking si crea lì, la vita è facile e il dinamismo si percepisce a pelle.

Infine, anche se con me non è mai scattato il feeling, Las Palmas a Gran Canaria. Se volete avere il polso di cosa vuol dire essere nomadi digitali, lì lo avrete tutto e anche di più.

Se la tua vita fosse un messaggio che dai al mondo, che messaggio sarebbe?

Non perdere tempo a vivere una vita che non è autentica e in cui non sei felice. Non farti paralizzare dalla paura e da chi ti dice che non si può fare. Comincia oggi.

Sei felice?

Non credo di poterlo essere di più.



Vuoi contattare Michela Locatelli: michela.locatelli@gmail.com

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