Come fare un’esperienza da nomade digitale anche se sei un dipendente: 10 consigli pratici

Sogni di sperimentare un periodo da nomade digitale, ma senti che la tua attuale condizione di lavoratore dipendente ti tiene attaccato alla scrivania. Non è detto che sia davvero così. In questo articolo condivideremo una serie di suggerimenti su come negoziare un periodo di lavoro all’estero con i tuoi responsabili e avvicinarti concretamente al mondo dei nomadi.

Le possibilità di successo ci sono, ma bisogna considerare alcuni fattori: vediamo quali.

Questo articolo è rivolto a tutti coloro che svolgono un lavoro d’ufficio in azienda con un contratto di lavoro dipendente, ma sognano di provare la vita nomade. 

Se anche tu sei affascinato da questo stile di vita ma pensi che la tua condizione di dipendente ti tenga incatenato alla scrivania del tuo ufficio, ho buone notizie per te: in questo articolo troverai una serie di consigli subito applicabili per sperimentare il nomadismo digitale per un primo breve periodo. E poi chissà che non ne seguano altri, magari più lunghi.

Questa prima esperienza ti sarà utile per valutare se si tratta di uno stile di vita effettivamente in linea con le tue aspettative, oppure no. Magari scoprirai un modo di vivere nuovo e super entusiasmante, o forse ti renderai conto che stare lontano da casa, in un luogo dove si parla un’altra lingua, dove non conosci nessuno e non trovi la pastasciutta cucinata a dovere, non fa proprio per te. 

// Esperienza personale: ho scritto questo articolo partendo dal mio vissuto lavorativo: in una grande azienda, per circa sette anni, la mia routine è stata la classica giornata 9-18,  cinque giorni a settimana, seduto comodo alla scrivania, riunioni, mensa e timbratura. Poi qualcosa è cambiato. Sono stato attirato come una calamita dallo stile di vita nomade, di cui avevo solo sentito parlare ma che, non so perché, mi affascinava tantissimo. Il lavoro da casa forzato del 2020 mi aveva dato la possibilità di vedere la vita d’ufficio da un’altra prospettiva. Così, partendo da zero e senza un modello di riferimento, ho ragionato su come trasformare quel desiderio in un piano realizzabile, fino a concretizzare la mia prima esperienza da nomade digitale. È stato bellissimo, e un po’ mi ha cambiato la vita!

Vediamo chi potrebbe utilizzare al meglio queste strategie:

  • Chi ha un lavoro d’ufficio che può essere svolto da remoto al 100%. Purtroppo i consigli saranno poco applicabili per chi deve recarsi fisicamente in ufficio per utilizzare attrezzature;
  • Opera in un’azienda di grandi dimensioni, o comunque di respiro internazionale;
  • Ha già avuto la possibilità di lavorare a distanza per la stessa azienda.

Ricordo ancora che i suggerimenti che approfondiremo nelle prossime sezioni sono frutto della combinazione di esperienze personali e di storie raccolte da altri nomadi incontrati lungo la via. Sicuramente esistono altri spunti e nuove opportunità da considerare: sarà un piacere ascoltarle e aprire un confronto sui vari canali del gruppo dei NDI.

Partiamo! Ecco alcuni suggerimenti per vivere un’esperienza da nomade digitale anche se lavori come dipendente. 

1. Parlare col capo

Può sembrare banale, ma nessuno in azienda verrà a proporti un periodo da nomade (anche se sarebbe bello ricevere una mail dal tuo capo dipartimento: “Perché non vai a farti tre mesi di lavoro dal Portogallo? Poi mi dici come ti trovi…”). Quindi il primo passo è definire il tuo piano personale e parlarne apertamente con il tuo responsabile. Parola d’ordine: proattività.

Prepararsi bene prima di affrontare l’argomento col capo può fare la differenza. Rifletti dunque su quanti giorni vorresti dedicare alla tua esperienza all’estero e su qual è il periodo migliore per stare lontano dalla sede per te ma anche per l’azienda. Ad esempio, potresti evitare di proporre la fine del trimestre se sai che è un periodo critico; oppure chiederti quali siano i mesi più ‘tranquilli’ per il business; o ancora evitare i periodi in cui anche altri colleghi saranno in ferie. Scegli il momento migliore per parlare con il tuo responsabile: magari al suo rientro dalle ferie o, perché no, al suo ritorno da un periodo di lavoro a distanza. 

Le tue chance di successo aumenteranno se  dimostrerai di avere la situazione sotto controllo e di aver pensato alla continuità dell’ufficio, e se sarai pronto a negoziare. Ad esempio chiedendo di fare un mese in remoto ma con la consapevolezza di esser disposto ad accettare anche due sole settimane.

// Esperienza personale: ero molto preoccupato e titubante al momento di  chiedere al mio capo se potessi fare tre settimane di ‘smart’ all’estero: era la prima richiesta di quel genere. La mia più grande paura era di ricevere un ‘no’ categorico, anche perché ormai ero già partito mentalmente per la Spagna e un rifiuto mi avrebbe buttato a terra. Semplicemente ho raccolto le idee, ho pensato al momento migliore… e gliene ho parlato. Non ho condiviso troppi dettagli, si trattava pur sempre di vita privata. Quindi mi sono limitato a chiedere di lavorare per alcune settimane dal territorio iberico, senza specificare il luogo esatto, per esigenze personali, spiegando perché non prevedevo nessun impatto negativo sul normale lavoro d’ufficio. La risposta? “Parla con HR, se anche per loro ok, allora enjoy!”. Fine. Tutto qui. 

2. Parlare con il responsabile delle risorse umane

Se avrai la fortuna di ricevere un ‘ok’ dal tuo manager al primo tentativo, potrai già smettere di leggere e iniziare a pensare alle valigie. Altrimenti sarà il caso di coinvolgere anche il tuo responsabile delle risorse umane per comprendere cosa è possibile fare e cosa no in materia di lavoro da remoto in un Paese estero. 

Per arrivare veramente preparato a questa conversazione, meglio fare qualche ricerca in autonomia sulla normativa. Se ne è discusso tanto anche sul gruppo Facebook dei NDI. Usa la conoscenza come un’ulteriore freccia al tuo arco. È utile fare attenzione alle aree grigie e sfruttarle poi nella conversazione con il proprio responsabile. 

Potrebbe capitarti di ricevere un “no go” da parte sua. Allora, usando tutto il tuo autocontrollo, è il caso di chiedere gentilmente maggiori chiarimenti su questo rifiuto, e la condivisione della procedura aziendale che regola il lavoro da remoto al di fuori dei confini italiani. Spesso queste richieste vengono respinte perché c’è poca chiarezza sul tema, anche all’interno dell’azienda. Se effettivamente anche il responsabile delle risorse umane non è in grado di condividere una procedura ufficiale sul tema, allora avrai più potere per insistere e chiedere un’eccezione a una regola che in realtà non esiste.

3. Non dimenticarsi delle ferie!

‘Attaccare’ le ferie a un periodo di lavoro da remoto può fare la differenza. Per esempio, utilizzando cinque giorni di vacanza a inizio mese più altri cinque alla fine, basterà la concessione di dieci giornate di lavoro all’estero per poter trascorrere un mese intero in terra straniera. È semplice matematica, ma il risultato può essere straordinario. 

Iniziare e finire il periodo all’estero con le ferie ha i suoi vantaggi. Infatti può essere utile avere tutta la giornata a disposizione durante i primi tempi dell’esperienza. Avrai la possibilità di esplorare la zona, di cominciare a socializzare e capire come muoverti nei giorni successivi. Nelle due settimane seguenti entrerai nel vivo dell’esperienza da nomade digitale: durante il giorno sarai al lavoro, mentre nel pomeriggio si materializzerà il fantastico mondo parallelo dei nomadi, e avrai almeno due giornate in una. 

Infine, passare gli ultimi giorni all’estero in ferie ti permette di immergerti totalmente in quella realtà che ormai un po’ conosci, prima di darle un ultimo malinconico arrivederci.

// Esperienza personale: Tanti mi chiedevano perché fossi sempre in ferie. Io invece gli chiedevo perché loro volessero stare sempre in ufficio…

4. Sfruttare i ponti e le festività

Qui si parla di prendere il calendario in mano e ragionarci su. L’obiettivo è quello di individuare il periodo in cui ci sono più giorni di festa che cadono in settimana. In questo modo potrai prolungare la tua prima esperienza da nomade digitale sfruttando gli stessi  giorni di lavoro all’estero ma risparmiando ferie.

Proviamo a fare un esempio pratico. Partenza per la tua prima volta da nomade venerdì 7 aprile 2023, appena conclusa la giornata lavorativa. Ritorno domenica 7 maggio 2023. Precisamente un mese. 

Facciamo due calcoli: escludendo Pasquetta (10 aprile) + la festività del 25 aprile + il 1° maggio + ogni sabato e domenica, le giornate da richiedere all’azienda per trascorrere un periodo all’estero saranno – rullo di tamburi – solamente 17. Mentre i giorni che trascorrerai in quella nuova realtà da nomade saranno 31. Se poi riesci a ottenere 7 giorni di ferie da ‘spalmare’ su questo periodo, ti basterà ottenere solo 10 giornate di lavoro in remoto dall’estero.

Capo, ho la necessità di lavorare dieci giorni dall’estero, possiamo parlarne?”. Non suona poi così male.

5. Richiedere un’eccezione per esigenze personali

Come già detto sopra, non sarà necessario condividere dettagli della propria vita privata con il tuo HR/responsabile, farlo o no dipenderà dal livello di confidenza che avrai con loro.  Ma può essere utile comunicare l’esigenza di avere più impegni nella stessa destinazione estera in un periodo di tempo ristretto, così da giustificare e rendere maggiormente accettabile la richiesta.

Ad esempio, se hai bisogno di essere a Madrid per un matrimonio il 3 dicembre, e un evento ancora il 15 dicembre, avrebbe senso chiedere di trattenersi sul posto piuttosto che effettuare due viaggi. In altre parole, la strategia è quella di far leva su un bisogno personale che, agli occhi del tuo interlocutore, possa apparire comprensibile e ammissibile. 

6. Sfruttare le altre sedi dell’azienda

Se lavori in una multinazionale o in un’azienda con uffici in diversi Paesi, puoi provare a sfruttare la presenza di altre sedi della società. Prova a identificare un sito aziendale che si trova in un’area geografica di tuo interesse, ad esempio Madrid; pensa a delle sinergie con quel sito, magari la possibilità di incontrare di persona alcuni colleghi per delle attività già in corso o per gestire l’avvio di un nuovo progetto ; prepara un piano di azione strutturato e proponi al tuo capo un periodo ibrido in questa sede. Alcuni giorni ti recherai in ufficio, altri lavorerai da casa, mentre nel post lavoro e nei fine settimana potrai esplorare la zona e vivere la realtà locale.

Sarà importante avere pronto un bell’elenco dei vantaggi che l’azienda otterrà da questo tuo periodo in altra sede, così da essere più forte durante la discussione con il tuo capo. Molto spesso, l’ostacolo più grande è rappresentato dal budget, che è sempre poco, visto che  generalmente le trasferte lavorative sono pagate interamente dall’azienda. Fai due conti e, se la voglia di vivere un periodo nomade è predominante, puoi addirittura proporre di effettuare questa trasferta a tue spese. Dopo tutto sarebbe così anche nelle altre casistiche già viste.

7. Sfruttare la possibilità di lavorare da remoto in Italia

Non dimenticare che la politica di smart working è già applicabile, in molti casi, per l’intero territorio italiano. E allora, perché no, potresti pensare a un posto in Italia  molto diverso dalla tua attuale sede lavorativa (e di vita) dove sperimentare la realtà nomade.  

Ad esempio, se lavori a Milano puoi immaginare di trasferirti per tutto il mese di settembre in Sardegna. Pausa pranzo sul mare, ti butti in un corso di surf per principianti, magari trovi una community di nomadi digitali in zona, la sera ‘ti spari’ un piatto di culurgiones… e così via per tutto il mese.

8. Non ascoltare chi ti dice che è impossibile

È un grande classico trovare intorno a sé persone pronte ad affossare i tuoi progetti con un giudizio espresso in poche parole. Probabilmente non per cattiveria ma per via di una visione limitata delle possibilità che offre la vita.  

Il punto è che bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco e passare dalla teoria alla pratica. Magari dei tuoi colleghi hanno già provato a richiedere un periodo di lavoro da remoto e hanno ricevuto un bel due di picche. Per questo anche tu dovresti rinunciare al tuo progetto? 

Forse loro non avevano un piano strutturato, magari non hanno scelto il periodo migliore per fare la richiesta, magari non hanno considerato la possibilità di prendere giorni di ferie, magari non hanno pensato che a un’ora di distanza dal luogo dei sogni ci fosse anche un’altra sede aziendale, magari… (quanti magari possono essere inseriti in una frase?).

Provaci! Spesso la paura di scontrarsi con una forte reazione avversa è solo nella nostra testa.

// Esperienza personale: Generalmente avevo molto entusiasmo prima di partire per una nuova avventura e mi piaceva condividere con le persone intorno i progetti che mi rendevano felice. Alla vigilia della mia prima volta da nomade le cose erano un po’ diverse. In realtà ero molto teso perché ci tenevo davvero tanto a quella esperienza ma sembrava che tutti intorno a me avessero da darmi il proprio consiglio (non richiesto): mi spiegavano quanto sarebbe stato difficile partire, che l’azienda non me l’avrebbe permesso, che magari sarei dovuto rientrare d’urgenza e così via. Smisi di parlarne.

Ma alla fine… mentre tutti mi dicevano che era impossibile, io l’ho fatto.

9. Cavalcare l’onda

Uno dei pochi aspetti positivi del periodo Covid è stato proprio l’apertura delle aziende alla modalità di lavoro da remoto. Oggi la pratica è ancora molto diffusa e socialmente accettata, ma diverse aziende cominciano a fare retromarcia. Alcune società richiedono la presenza in sede per alcuni giorni a settimana (furbi loro…), altre richiedono un certo numero di giorni in presenza al mese o a trimestre, altre ancora stanno ridefinendo le regole.

Quindi, il consiglio è di sfruttare il prima possibile l’opportunità, per cominciare la tua prima esperienza da nomade digitale o per continuare con questo stile di vita.

10. Essere efficiente anche da remoto

Se sei riuscito a ottenere il tanto atteso consenso a  passare un periodo di lavoro all’estero, è tempo di prepararti a vivere questa fantastica esperienza. Ma ricorda, non si tratta di una vacanza come tutte le altre: qui bisognerà conciliare il viaggio con il lavoro, magari mettendoci ancora più impegno. Il consiglio è di dimostrare di essere capace di lavorare in modo efficiente anche da remoto: il tuo capo, o chi ha il compito di valutare il tuo operato, dovrà dimenticarsi che ti trovi a centinaia di chilometri di distanza.

Se questo esperimento andrà bene, avrai molte armi in più per chiedere un ulteriore periodo di lavoro da remoto in futuro e magari per un lasso di tempo più ampio.


Ed eccoci qui, siamo alla fine di questa serie di consigli per provare a conciliare la vita da lavoratore dipendente e quella da nomade digitale. 

Probabilmente una fetta di aspiranti nomadi si fermerà ai primi passi di questa lista. Nonostante l’approccio strutturato, il piano studiato per bene, la scelta del periodo migliore e il piano B in tasca, potrebbe arrivare un secco e categorico ‘NO’ da parte della società. In quel caso sarà tempo di iniziare un’ulteriore riflessione e chiederti se quella sia l’azienda giusta per te.

L’auspicio, però, è che ci siano molti lettori che, prendendo ispirazione da questi suggerimenti, mettendoci del proprio e passando all’azione, possano cominciare a realizzare almeno un pezzetto del proprio sogno. Perché alla fine, come mi piace ripetere spesso, ciò che non cambi, è una tua scelta!

Chi è l’autore di questo articolo

Vito Montesano

Sono Vito, originario della provincia di Matera e per molti anni ho vissuto in Toscana. Sono appassionato della scoperta, come può essere una gita in un piccolo borgo dietro casa o un viaggio a mille mila chilometri di distanza. A metà 2022 ho lasciato il posto fisso per avventurarmi in una fase di nomadismo part-time e vivere una nuova libertà. Attualmente mi occupo di copywriting e digital marketing.
La mia citazione personale preferita è: “Quante vite in questa vita…”.

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Un ringraziamento a Clara Lobina per il suo ottimo lavoro di revisione del testo. Contattala al suo profilo LinkedIn.

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